Maria Pia e la Spiritualità
Non c’è ambito del volontariato che non abbia visto la presenza di Maria Pia: sociale, sanitario, assistenziale, protezione civile, cultura, turismo culturale, religioso, museale. Ai vari livelli, locale, regionale, nazionale e internazionale ha svolto con un ruolo propedeutico e di collegamento tra volontariato, terzo settore, pubbliche istituzioni e organismi ecclesiali.
Ha rivestito ruoli di rappresentanza, di governo e di servizio a livello locale: Governatore della Misericordia di Capannori, Presidente dell’Opera Pia G.S. Ghilarducci , Rappresentante legale dell’associaIone Terzo Millennio e a livello Nazionale: Presidente vicario del CNV, Presidente del CTG, Tesoriere Nazionale delle Misericordie d’Italia, Presidente del Consorzio Opere di Misericordia, Presidente dell’associazione nazionale Ad Limina Petri.
Inizia giovanissima il suo percorso come pioniere della CRI, cui ha seguito la “stagione dei Convegni Nazionali sul volontariato”, con Maria Eletta Martini, Giuseppe Bicocchi ed altri “Padri” della legge 266 (provenienti dal Volontariato, dalle Università, da Fondazioni, dal mondo politico) che riconosceva il volontariato e i suoi rapporti con le pubbliche istituzioni.
Il suo impegno è stato caratterizzato dall’innovazione, promosse il primo collegamento tra le Associazioni per il pronto soccorso anticipando di anni il 118, ha attuato la prima convenzione tra CNV e il Ministero dei Beni culturali per la presenza delle Associazioni nei musei, partecipò alla realizzazione della prima banca dati sul volontariato presso il CNV. Amava definirsi un “facilitatore” delle relazioni nel variegato mondo del volontariato di cui ha difeso la peculiarità e la dimensione etica e motivazionale.
Omelia del 22 marzo 2019 in occasione S. Messa organizzata dal CTG in S. Pietro – Roma Mons. Guido Lucchiari assistente nazionale CTG
Facendo riferimento alla prima lettura (Genesi) mi piace definire Maria Pia così; la Donna dei sogni e chi sogna pensa al futuro. Chi sogna però, pensando al futuro e allo scopo. Perché viene a smuovere le sedie su cui siamo seduti, perché lì possiamo restare calmi; chi sogna invece non ha sedie, non ha sedi, ma percorsi.
Ma voglio ricordare Maria Pia stamattina non con parole mie, ma con le parole del Papa prese da “Gaudete et exsultate”, cioè l’esortazione apostolica sulla Santità.
Dice il Papa “Siamo invitati a riconoscere che siamo circondati da una moltitudine di testimoni, che ci spronano a non fermarci lungo la strada, ci stimolano a continuare a camminare verso la meta. Forse la loro vita non è stata sempre perfetta, però anche in mezzo a imperfezioni e cadute hanno amato e continuato ad andare avanti e sono piaciuti al Signore”.
Ecco una prima caratteristica con cui mi piace ricordare Maria Pia, come testimone che ha spronato e mi ha spronato a non fermarci lungo la strada, ci ha stimolato a continuare e questo, come dice il Papa, non è che lo possa fare uno che è perfetto, ma uno che ama.
Una seconda caratteristica dell’esortazione apostolica. Nei processi di beatificazione e canonizzazione si prendono in considerazione i segni di eroicità nell’esercizio delle virtù, il sacrificio della vita nel martirio e anche i casi nei quali si sia verificata una offerta della propria vita per Lui.
Ecco, ha offerto la propria vita per Lui, in tutte le realtà che qui non nominino, ma che tutti conoscete. Ed è fondamentale sacrificare la propria vita per questo.
Una terza caratteristica: tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno lì dove si trova. Sei una consacrata? Si santa vivendo con gioia la tua donazione.
Ecco una terza caratteristica: ha dato la testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, dove si trovava e lo ha dato da consacrata, perché lei era consacrata, viveva la sua consacrazione e questa era una cosa che teneva per sé, non confidava neanche a tanti altri amici, non so se l’ha detto a te (Don Luigi presente). Ecco quindi questo è importante e mi ha sempre dato una grossa testimonianza.
Una quarta caratteristica: non ti scoraggiare mai, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia possibile e la santità in fondo è il frutto dello Spirito nella tua vita. Quando senti la tentazione di invischiarti nella tua debolezza, alza gli occhi al crocifisso “Signore, io sono un poveretto, ma Tu puoi compiere il miracolo di rendermi un po’ migliore”.
Ecco, una donna che non si è scoraggiata mai, mai. In tutte le difficoltà che ha trovato, soprattutto nell’ultimo periodo, mi confidava per Natale, dice: “Guarda, il tumore ormai mi ha preso anche, mi sta prendendo anche il cervello”, ma me l’ha detto con tanta serenità. Io sono rimasto lì, non ho detto niente, non ho detto neanche “forza”. perché la forza me l’ha data Lei. E per questo è un miracolo. Lei aveva a cuore e lo ricordava spesso non tanto alzare gli occhi al crocifisso, ma alzare gli occhi al Volto Santo.
Una quinta caratteristica: la santità dice il Papa, non è altro che la carità pienamente vissuta E’ una donna che ha vissuto la Carità, una Carità spesso silenziosa, la Carità parte dal silenzio, ma alla fine, piano piano fa un gran rumore perché non lascia mai noi.
Una sesta caratteristica: il Papa dice: “tutto questo è essere accettato e integrato come parte della propria esistenza in questo mondo ed entra a fare parte dei cammini di santificazione. Siamo chiamati a vivere la contemplazione anche in mezzo alla azione e ci santifichiamo nell’esercizio responsabile e generoso della nostra missione”.
Ecco posso dire con certezza, con questa contemplazione, che viveva per vivere il suo esercizio di una persona responsabile e generosa nella sua vita. L’ho presente davanti alla grotta dell’Annunciazione nell’ottobre scorso, come era solita. Non le interessava niente e nessuno, era presa, possiamo dire quasi in estasi.
Una settima caratteristica: la sfida dice il Papa, è vivere la propria donazione in maniera tale che gli sforzi abbiano un senso evangelico e si identificano sempre di più in Cristo Gesù. Ecco lei ha donato la propria vita, l’ha donata in maniera vera, in senso evangelico, in tutte le attività che la quotidianità l’ha trovata. Il Papa continua ancora: “Dobbiamo trovare delle grandi motivazioni che ci spingono a vivere fino in fondo i nostri compiti”.
Credo che questa sia una grande dote che Lei ha vissuto, e questo lo dico soprattutto per esperienza personale, per tutte le motivazioni che continuamente mi ha dato e ci dava, per spingere fino in fondo i nostri compiti, anche se questi erano difficili e ardui, perché ogni compito ha a che fare con la realtà e la realtà ha a che fare con le persone. Continua il Papa, “Ogni istante sia espressione di amore donato sotto lo sguardo del Signore, in questo modo tutti i momenti saranno scalini nella nostra via di salvezza”, ecco questo credo sia una cosa fondamentale, vedeva tutto questo come uno scalino, uno scalino per crescere sempre di più, per migliorare sempre di più, ma anche per avere la forza di andare avanti sempre di più. Io non l’ho mai sentita lamentarsi della sua malattia, mi viene in mente quando ho ricevuto una telefonata, mi dice: “Riusciamo a vederci? Ti devo dire una cosa importante” ci siamo visti e mi dice: “Guarda ho un tumore – tienilo per te - e non voglio essere compianta da nessuno, importante è che noi insieme lottiamo” e credo che questa sia una via vera di santità. Infine il Papa dice: “La schiera dei santi di Dio ci protegge, ci sostiene, ci parla e mantengono con noi legami di amore comune”, ecco io sono convinto che Maria Pia fa parte di questa schiera di santi e ci protegge, ci sostiene, ci dà la forza perché l‘amore e i legami di amore non muoiono mai. La persona non la vediamo più con i nostri occhi, ma nel nostro cuore l’amore non svanisce mai, ecco perché mi piace vedere Maria Pia come una Santa della porta accanto, e vi dico una confidenza, prego spesso e la invoco perché ci aiuti.
Alessandra Bertolucci
Mapi è stata una grande sorella, ringrazio tutti coloro che le sono stati vicino nei giorni della malattia e che sono stati vicini a noi al momento della sua scomparsa e anche nelle settimane successive.
Il suo percorso personale è partito dalle magistrali, poi gli Amici dei Musei, fondando poi la Cooperativa Idea, che gestisce il complesso della Cattedrale, la sua grande creazione. Con la cooperativa è diventata imprenditrice, ha permesso a tante persone di lavorare, di mantenere la città, un servizio che funziona. Una grande strada per lei si è aperta con la frequentazione dell’avvocato Bicocchi.
Usava analisi e meditazione per risolvere i problemi e aveva la capacità di coinvolgere la famiglia nei suoi impegni di fede. Natura poliedrica, capace imprenditrice, abile a negoziare con amministratori e politici, essendo semplicemente Mapi, solo se stessa, parlando con tutti con la stessa grazia e attenzione, sempre positiva e disponibile.
E così, davvero, non lasciò niente d’intentato! Ha sempre avuto una grande fede. Chi crede nella vita eterna sa perfettamente che Mapi ora ricomincerà tutto daccapo.
Oriano De Ranieri
Il ricordo – Un impegno su tre fronti "sociale, cultura e politica - sempre animata dalla fede" da La Nazione del 22/02/2019
Il coraggio di combattere una malattia che quasi sempre ti uccide, come quel coraggio fosse un sentimento scontato. Maria Pia Bertolucci anzi tranquillizzava gli altri intimoriti anche soltanto di affrontare un argomento ritenuto tabù. Era lei che ti parlava semplicemente di terapie, progressi e cadute, del cancro che l’aveva colpita da quattro anni. Per questo la morte ha colto di sorpresa anche il fratello sacerdote don Luigi, gli altri parenti, gli amici che sapevano della sua malattia. Tutti credevano che fosse riuscita a sconfiggerla anche perché lei la combatteva strenuamente e invitava anche gli altri malati a farlo. Qualche volta parlava con discrezione della sofferenza che spesso le impediva di camminare, ma la vedevi lì alla scrivania del museo della cattedrale, la incontravi a qualche evento e soprattutto stava insieme ai Confratelli della Misericordia di Capannori. Ha indossato fino all’ultimo la divisa “di servizio” per aiutare chi aveva bisogno, come ha fatto per oltre quarant’anni qui e in Bielorussia, in Terra Santa. Nel 2018 festeggiò i quarant’anni di volontariato. Maria Pia aveva una grande fede, che la spingeva nelle attività nel sociale come ci ricordò nell’ultima intervista, pubblicata il 9 dicembre scorso. A chi le esprimeva dubbi e timori sui pellegrinaggi in Terra Santa le, che ci andava tante volte per aiutare la popolazione povera, rassicurava e parlava della casa di accoglienza a Betlemme per bimbi abbandonati perché deformi dove si recava per aiutare le suore argentine. Anche il suo impegno culturale nel custodire luoghi e tradizioni religiose era animato da una grande fede che ha motivato anche il suo impegno politico da vicesindaco a Capannori, a consigliere comunale e regionale a candidata sindaco sulla linea delle direttive del grande convegno della chiesa italiana “evangelizzazione e promozione umana” negli anni ’70 con le grandi figure di vescovi lucchesi come monsignor Enrico Bartoletti e Giuliano Agresti. Linee provenienti dal concilio ecumenico vaticano secondo recepite da Giuseppe Bicocchi, democristiano scomparso maestro di Maria Pia.